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I giochi dei cavalcanti sentini e l’esbosco a strascico a Bassiano

by LUISA NARDECCHIA
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I giochi dei cavalcanti sentini e l’esbosco a strascico con cavalli da tiro e l'ambasciata di muli

Calzoni di fustagno, cosciali, cappello e mazzarella: a Valle Pepe, Carpineta vecchia di Bassiano, i giochi dei cavalcanti sentini. Per l’occasione, anche la dimostrazione dell’esbosco a strascico con cavalli pesanti da tiro e l’ambasciata dei muli. Due spettacoli che ogni volta non finiscono di stupire e che fanno rivivere tradizioni antiche e mestieri tuttora esistenti e da apprezzare.


I butteri dell’agro pontino sono figure caratteristiche della storia economica e della tradizione rurale di alcune zone del Lazio e della Toscana. Non sono dei semplici pastori, assumono piuttosto una vera e propria veste eroica.

È un’arte legata all’amore e all’allevamento dei cavalli e che arriva da una cultura autoctona dell’Italia centrale, che risale addirittura agli etruschi.

Il cavallo usato dal buttero appartiene alla razza maremmana: è un cavallo robusto, alto al garrese oltre 165 cm, dal tipico mantello di colore baio o morello, estremamente affidabile nell’affrontare percorsi e situazioni di ogni genere. Quel cavallo maremmano che, appunto, porta traccia nel nome della “marittima” (secondo alcuni significa “palude”) della sua razza e che costituisce il più forte legame storico, culturale e antropologico che ha unito la popolazione di questi territori.

Appartengono alla tradizione anche i due tipi di sella usati nella Monta Maremmana: la scafarda, di derivazione militare costruita su arcione in legno, e la bardella.

Butteri viene da Bùtoros, ma non è spagnolo

Anticamente i butoros (dal greco bútoros, che significa pungolatori di buoi) si occupavano del bestiame in un vastissimo territorio che andava dalla Maremma all’Agro pontino, territorio all’epoca selvaggio e difficile, fatto anche di paludi e di malaria. Vastissime terre un tempo erano nelle mani di pochi e ricchi nobili, come la famiglia Caetani di Sermoneta.

Onorato Caetani e… Buffalo Bill

E qui non si può non rendere omaggio al celebre incontro dei duchi di Sermoneta con Buffalo Bill.

Nel 1883 il leggendario Buffalo Bill venne in tour in Europa per mostrare le sue grandi capacità di domatore di cavalli ed arrivò a Roma nel febbraio del 1890. L’intera vicenda è narrata in modo esemplare e dettagliato in questo video della Fondazione Primoli, in particolare “la sfida” (dal min. 3).

Al termine di uno spettacolo dimostrativo, Buffalo Bill incontrò il Duca di Sermoneta, Onorato Caetani il quale affermò che i cavalli maremmani erano molto più difficili da domare, rispetto a quelli americani.

Buffalo Bill decise di provarli insieme ai suoi cowboy. E qui le versioni del racconto sono due.

Secondo la prima versione, la più attendibile anche secondo il suddetto video) pare che gli americani con dei modi grossolani maltrattassero i puledri maremmani, e così i butteri dei Caetani vollero dimostrare come si rende docile l’animale senza maltrattarlo.

La seconda versione racconta invece di una semplice sfida, nella quale i nostri butteri sellarono e montarono senza mai essere disarcionati alcuni puledri selvaggi degli americani, di razza Mustang

Corre l’obbligo di citare i nomi dei butteri: Augusto Imperiali, detto Augustarello, mandriano dei Caetani di soli venticinque anni, Francesco Costanzi, Cesare Fabbri, Achille Fasciani, Achille Laurenti, Angelo Petecchi, Bernardo Quinti, Filippo Valentini e i due capi butteri Alfonso Ferrazza.

Per chi non lo sapesse, Buffalo Bill non accettò di pagare la scommessa e con disappunto se ne tornò (bontà sua) in America.

Cosa resta del giorno

I butteri esistono ancora, e non solo a Cisterna, noi li abbiamo visti a Valle Pepe, Carpineta di Bassiano, nell’ambito della bella manifestazione “Come allora”.

E davvero è sempre un’emozione vedere ancora oggi il buttero guida il suo cavallo con una sola mano, stringendo nell’altra mano la mazzarella, il lungo bastone dalla forma tipica, che agitano a ritmo di cavalcata per raggruppare le mandrie di puledri e di bovini. Lo spettacolo più bello è la “doma” del puledro: i butteri e i loro cavalli lo chiudono dolcemente ma con decisione, abituandolo pian piano alla guida dell’uomo.

Lo spettacolo lascia pensare che sia veritiera la prima versione della sfida, quella della “doma dolce”. Lentamente il puledro, prima bizzarro, poi si lascia guidare. Un lavoro fatto di esperienza e di perizia, un modo di cavalcare elegante e misurato. Ci piace ringraziare il gruppo dei Cavalcanti Setini dell’agro pontino capitanati da Antonello Avvisati.

I giochi dei cavalcanti sentini e l’esbosco a strascico con cavalli da tiro e l’ambasciata di muli

E non sono mancati i giochi cavallereschi: strappare la rosa dal braccio sinistro degli altri butteri significa arrivare vincitori. Riuscire a sedersi quando c’è una sedia di meno significa anche apprezzare la grande destrezza di questi cavalieri nello scendere e risalire al volo, e dei loro cavalli di restare fermi ad aspettarli.

Poi ci sono loro, asini, muli e cavalli da tiro!

E qui parliamo di animali da lavoro, parliamo di esbosco.

Quello dell’esbosco a soma tradizionale è un metodo antichissimo per trasportare il legname dal bosco tramite animali da soma: muli, asini e cavalli da tiro vengono utilizzati per trascinare tronchi. Si pratica per la raccolta della legna da ardere su terreni non accessibili a mezzi meccanici a causa della pendenza, o dell’accidentalità, perciò è adatto a tagli di legna piuttosto piccoli.

I boschi delle nostre zone sono provvisti di una fitta rete di stradelli segnati proprio dall’utilizzo di questo metodo di esbosco, praticato da centinaia se non migliaia di anni.

Si tratta di un metodo a basso impatto ambientale, che danneggia minimamente il suolo e il soprassuolo: non emette sostanze inquinanti e questo lo rende insostituibile in situazioni in cui la sostenibilità ambientale è un valore importante.

Certamente si tratta di un metodo meno produttivo rispetto ad altri più moderni: trattori con gabbie, risine, teleferiche sono macchine sicuramente veloci e produttive. Ecco perché ben pochi tagliaboschi sono ancora disponibili a lavorare con gli animali da tiro. Tra questi, oltre agli anziani, meno disponibili ai cambiamenti, anche alcuni giovani hanno la passione per questo metodo di lavoro, una passione spesso trasmessa da tradizioni familiari, come è stato nel nostro caso, la famiglia Luca Bruschi, Pietro Luigi e Campagna.

Luca Bruschi - Mularo - I giochi dei cavalcanti sentini e l’esbosco a strascico con cavalli da tiro e l’ambasciata di muli

La dimostrazione ha messo in luce la grande esperienza dei mulari di Bassiano, che hanno montato il carico in velocità, hanno istruito l’ambasciata di asini, muli e cavalli da tiro in un giro dimostrativo, e infine scaricato le some in pochi, rapidi gesti di estrema perizia.

Brevemente, sugli incroci

Esempi di tipologie di muli italiani sono gli imponenti muli pugliesi, derivati da incroci tra asini di Martina Franca e cavalle murgesi. Poi ci sono i più piccoli e agili muli toscani, derivati dall’incrocio di asini amiatini e cavalle tolfetane. Apprezzatissime sono le fattrici di cavallo Tpr o comunque di cavalle pesanti, perché se incrociate con asini locali generano muli dalle strutture potenti e robuste, molto adatte alla soma.

Luisa Nardecchia – Centro Studi per la Biodiversità


Sitografia

L’arte equestre degli etruschi

Buffalo Bill a Roma

I butteri dell’agro pontino

Tecniche di lavoro dei butteri

I butteri della Maremma

Quando a Roma venne Buffalo Bill

I butteri di cisterna di Latina

Lo spettacolo dell’Ovest selvaggio

Augustarello

L’incontro dei Sermoneta con Buffalo Bill

L’esbosco

La monta maremmana


LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELL’EVENTO – COME ALLORA A VALLE PEPE – BASSIANO (LT)

Valle Pepe, a Bassiano va in scena la Tutela del Territorio

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