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Off-grid: vivere fuori dalla rete. Una scelta di molti

by ANNALISA PARISI
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Vivere off-grid: mollare tutto per stare in mezzo alla natura auto-producendo cibo ed energia.

Letteralmente: “Off-grid” si traduce in italiano come “fuori rete” o “autonomo“. L’espressione fa riferimento a un sistema o a una situazione in cui un edificio o una comunità non sono collegati alla rete principale di servizi pubblici, come l’energia elettrica, l’acqua o il gas, ma tendono ad autonomizzarsi.

Pionieri di uno stile di vita sostenibile, sicuramente denso di sfide e non privo di difficoltà.

Si tratta di individui Scelgono di abbandonare le comodità della vita moderna per vivere “fuori rete” o “fuori dagli schemi”, sono gli off-gridder, sempre più numerosi in Europa e in Nord America.

Alcuni vivono da soli, altri in piccole comunità, come nel Somerset, in Inghilterra, dove 14 persone accomunate dal desiderio di una vita più semplice a stretto contatto con la natura hanno dato vita alla comunità “Tinkers Bubble”. Qui ognuno si dedica a diverse attività, dalla mungitura delle mucche all’accudimento del gregge, dalla coltivazione dell’orto alla cucina. E spesso ci si lava nel vicino lago.

Le parole d’ordine sono autonomia e sostenibilità. Gli off-gridder infatti non necessitano di supermercati e non dipendono dai fornitori di corrente elettrica, producono tutto (o quasi) da soli, appoggiandosi a fonti di energia rinnovabile. Autonomi anche per quanto riguarda acqua potabile, gas e sistema fognario, sostituito quest’ultimo da fosse biologiche.

Il perché del nome è presto detto: il termine “grid” indica la rete elettrica, quindi “off grid” letteralmente indica la disconnessione da quest’ultima, sebbene il significato sia in realtà più ampio.

Il riferimento è alle reti della vita moderna, quell’incrocio di cavi telefonici e virtuali, strade e fogne, reti finanziarie e alimentari, che finiscono per intrappolarci e che hanno un impatto ambientale non trascurabile.

Gli off-gridder decidono di andare fuori rete, di uscire dalla griglia, di vivere secondo le loro regole, lasciandosi alle spalle un sistema ritenuto oppressivo, basato su materialismo e avidità, per abbracciare la libertà. Ognuno in modo più o meno radicale a seconda delle proprie preferenze.

Negli ultimi 10 anni il numero di persone che hanno fatto questa scelta a quanto pare è raddoppiato. Un crescente interesse dimostrato anche da siti e forum tematici, dove vengono condivisi suggerimenti, annunci, sogni, speranze e paure. Anche in Italia esiste un’associazione culturale che promuove questo stile di vita a basso impatto ambientale, anche se nel nostro paese vivere off-grid al 100% è difficile, specialmente a causa di – regolamenti che vincolano il concetto di abitabilità alla dipendenza dalla rete -, spiega il sito Off Grid Italia. Mentre negli Stati Uniti e nel nord Europa è già una realtà consolidata.

Tra gli off-gridder però non ci sono solo persone che hanno liberamente scelto di inseguire uno stile di vita sostenibile, ma anche molti disoccupati che trovandosi in una situazione di difficoltà economica, hanno deciso di costruire delle casette poco costose in piccoli appezzamenti di terra, per iniziare una nuova vita.

Insomma, esistono off-gridder per scelta ma anche per necessità.

Dal di fuori può sembrare un sogno romantico, ma la vita fuori dagli schemi comporta molte sfide, come tutti i cambiamenti e le scelte controcorrente.

Diventare off-gridder nel mondo di oggi richiede sicuramente coraggio, determinazione, consapevolezza e forte volontà. E ovviamente spirito di adattamento.

fonte: Off-grid world

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