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Transumanza in Abruzzo: dietro ai passi degli animali per riscrivere il futuro delle aree interne

by ANNALISA PARISI

Transumanza in Abruzzo: dietro ai passi degli animali per riscrivere il futuro delle aree interne

Un manifesto vivente tra demonticazione, paesaggio e biodiversità: la nostra testata al fianco dei custodi della montagna

In un tempo segnato dalla perdita di biodiversità, dallo spopolamento delle aree interne e dal progressivo distacco dalle radici agro-pastorali, questo Manifesto vuole essere un atto di consapevolezza e di posizione. Un documento che non celebra il passato per nostalgia, ma lo riporta nel presente come modello rigenerativo, come riferimento etico, ambientale e culturale. È un invito a guardare oltre le mode del greenwashing e a riconoscere nei custodi della transumanza – allevatori, pastori, territori – una delle più autentiche forme di resistenza ecologica contemporanea.

Perchè un MANIFESTO?

Un Manifesto è, per sua natura, una presa di posizione. Una dichiarazione di intenti, un atto di responsabilità culturale. Abbiamo scelto questa forma perché la transumanza non chiede più solo di essere raccontata, ma di essere riconosciuta, difesa, compresa nel suo valore sistemico, ambientale e identitario.

Questo Manifesto nasce dalla volontà di riportare alla dimensione del presente uno dei gesti più antichi e profondi della relazione tra l’uomo, l’animale e il territorio: la transumanza. Non come semplice rievocazione folklorica, né come memoria cristallizzata nel passato, ma come rito vivo, capace ancora oggi di parlare al nostro tempo, alle sue fragilità e alle sue urgenze ecologiche, culturali e sociali.

Transumanza in Abruzzo: dietro ai passi degli animali per riscrivere il futuro delle aree interne

Transumanza, monticazione, demonticazione

La transumanza, nella sua forma verticale – tra valle e montagna – e orizzontale – lungo i grandi tratturi che uniscono regioni, popoli e paesaggi – ha segnato per secoli il ritmo dell’Appennino e in particolare dell’Abruzzo. Ha modellato i pascoli, disegnato itinerari, generato economie, custodito biodiversità zootecnica e vegetale, costruito un sapere che non risiede nei libri, ma nei passi lenti di chi accompagna il bestiame attraverso le stagioni.

Oggi questo sapere rischia di dissolversi, non perché abbia perso valore, ma perché il mondo ha smarrito la capacità di riconoscerlo come intelligenza ecologica. Eppure, in un’epoca segnata dal cambiamento climatico, dallo spopolamento delle aree interne, dalla perdita di biodiversità e dalla frattura tra uomo e natura, la transumanza si rivela, paradossalmente, una pratica profondamente contemporanea. La montagna ci insegna il limite, l’adattamento, la ciclicità, il rispetto dei tempi biologici e il senso profondo dell’interdipendenza tra le specie.

Questo Manifesto vuole essere, al tempo stesso, atto di riconoscimento e strumento di ispirazione. È rivolto ai pastori, agli allevatori, ai custodi silenziosi dei territori, ma anche – e forse soprattutto – a chi non appartiene direttamente al mondo pastorale e desidera comprenderne il valore nel panorama allevatoriale, ambientale e culturale. A coloro che cercano modelli alternativi di sviluppo, più lenti, più giusti, più in equilibrio con il vivente.

Rendere la transumanza accessibile, leggibile, condivisibile significa trasformare un gesto antico in coscienza collettiva, in narrazione capace di generare rispetto, responsabilità e visione.

Transumanza in Abruzzo: dietro ai passi degli animali per riscrivere il futuro delle aree interne

Con questo Manifesto, SAVETHEBIODIVERSITY e PASSIONECAITPR scelgono di camminare accanto a chi ancora oggi attraversa i territori con i propri animali, custode di un patrimonio che non appartiene solo al passato, ma al futuro di tutti.

Qualche giorno fa abbiamo affiancato Secondino Moro, Allevatore Custode nella demonticazione da Campo Imperatore a Paganica; domenica saremo al Voltigno per una nuova esperienza di “Transumanza con i Cavalli” organizzata da Wolf Tour.

 Transumanza in Abruzzo: dietro ai passi degli animali per riscrivere il futuro delle aree interne

MANIFESTO DELLA TRANSUMANZA CONTEMPORANEA

Per la custodia del paesaggio, della biodiversità e delle culture pastorali

1. La transumanza è un sistema ecologico, non un residuo del passato

La transumanza non rappresenta una pratica arcaica da musealizzare, ma un modello adattivo di gestione del territorio, capace di connettere ecosistemi montani, collinari e pianeggianti secondo logiche di equilibrio stagionale e sostenibilità. Essa ha plasmato forme di uso del suolo, biodiversità e assetti insediativi in Abruzzo e nell’Appennino centrale.

2. Le vie della transumanza sono infrastrutture culturali viventi

I tratturi non sono semplici percorsi fisici, ma “testi e contesti” del paesaggio: linee che raccontano un sapere stratificato nei secoli, dove il movimento degli animali corrisponde a un movimento di culture, economie e identità. La loro tutela non è statica, ma azione viva e attiva.

3. La demonticazione è parte del racconto, non solo la monticazione

Troppo spesso si celebra la salita estiva verso i pascoli, dimenticando che la discesa – la demonticazione – è altrettanto carica di significati rituali, organizzativi e simbolici. È la fase in cui il ciclo si chiude, le comunità si preparano all’inverno e il legame uomo-animale-territorio si rinnova. Questo doppio movimento costituisce il ritmo profondo della civiltà pastorale.

4. La transumanza ha costruito il paesaggio abruzzese

In Abruzzo, l’orografia complessa, gli altopiani, le conche e i valichi hanno favorito lo sviluppo di una transumanza strutturata e centrale nell’organizzazione del territorio. Il paesaggio che oggi contempliamo è anche il risultato dei passi degli animali.

5. La biodiversità è cammino, non stasi

La biodiversità zootecnica e vegetale delle aree interne non può essere salvaguardata senza movimento: sono il pascolamento estensivo, la rotazione stagionale e l’interazione dinamica fra animali e ambienti a mantenere gli equilibri biologici e la diversità genetica. La transumanza è un atto di conservazione attiva.

6. Il sapere pastorale è un patrimonio immateriale da trasmettere
I gesti del pastore, i tempi del gregge, l’uso delle stagioni, il linguaggio del vento e del terreno costituiscono una conoscenza ecologica profonda. Questo sapere, riconosciuto anche dall’UNESCO come patrimonio immateriale, deve essere reso visibile e trasmissibile alle nuove generazioni.

Transumanza al Voltigno: dietro ai passi degli animali per riscrivere il futuro delle aree interne

7. La transumanza genera un paesaggio educativo

Camminare lungo i tratturi significa imparare a leggere il territorio: la transumanza è una “scuola all’aperto” che educa allo sguardo lento, alla ciclicità della natura, al rispetto dei ritmi biologici. In questo senso, ogni evento transumante è un atto formativo collettivo.

8. Il paesaggio transumante è una “infrastruttura verde”

Secondo una visione contemporanea, le vie della transumanza possono essere reinterpretate come corridoi ecologici e culturali, capaci di sostenere turismo lento, rigenerazione rurale, nuove economie locali e pratiche di resilienza climatica. Non si tratta di folclore, ma di pianificazione del futuro.

9. La transumanza è relazione, non spettacolo

Partecipare a un evento di transumanza non significa assistere a una performance, ma entrare in una relazione: con il paesaggio, con gli animali, con chi li accompagna, con una comunità che resiste allo spaesamento contemporaneo. È un incontro fra tempi diversi che si parlano nel presente.

10. Custodire la transumanza è un atto culturale

Difendere la transumanza significa difendere un’idea alternativa di sviluppo, fondata sulla lentezza, sull’equilibrio ecologico, sulla cura dei territori marginali. È una scelta culturale, scientifica e identitaria che interroga il nostro modo di abitare il mondo.


Con questo Manifesto, Save the Biodiversity sceglie di camminare accanto a chi ogni giorno percorre ancora quei sentieri antichi, perché in quei passi si nasconde una lezione necessaria per tutti: abitare la Terra con rispetto, misura e memoria.

Un Manifesto è fatto per circolare, per essere letto ad alta voce, affisso, condiviso, discusso. È una forma antica e insieme potentemente moderna, come la transumanza stessa. Proprio per questo è lo strumento più coerente per trasformare un rito millenario in coscienza collettiva.

Annalisa Parisi – Centro Studi per la Biodiversità PASSIONECAITPR

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